Costituiti da superficie pavimentata, sottobalcone e frontalino, sono continuamente sotto l’azione di agenti esterni. Manutenzione e accorgimenti costruttivi possono migliorarne la durabilità

Un balcone è caratterizzato da tre componenti: una superficie all’estradosso ossia la superficie pavimentata; una superficie all’intradosso, il cielino, quello che comunemente è chiamato sottobalcone; una superficie verticale, il frontalino che protegge e allo stesso tempo decora la struttura portante dell’aggetto.

In questo focus casa non verranno trattati gli aspetti normativi e civilistici che interessano ognuna di queste parti ma gli aspetti tecnici da considerare durante il rifacimento del balcone. Rifacimento che può essere parziale o totale a seconda che si intervenga su una o tutte le parti.

Le cause del degrado dei componenti di un balcone possono essere di natura:
Intrinseca, come errori progettuali o di esecuzione, ossia la mancanza di accorgimenti costruttivi che occorrono a prevenire il ristagno d’acqua, come gocciolatoi, elementi di scarico, corrette pendenze dei massetti ecc. fino ai più gravi di natura strutturale.
Estrinseca, ossia il deterioramento causato da azioni esterne.

Le azioni esterne, a cui i balconi sono continuamente sottoposti, sono l’inquinamento, gli agenti atmosferici, quali pioggia, vento, sbalzi di temperatura, gelo e disgelo, e sollecitazioni meccaniche. Esse provocano nel tempo un’inevitabile usura delle parti che compongono il balcone, che presentano inizialmente ammaloramenti che se trascurati causano danni ben più gravi. Nell’ultimo periodo lo spazio del balcone ha acquisito nuovi valori e funzionalità, per questo è importante prendersene cura come ogni altro ambiente della casa.

Balconi, le cause del degrado e gli interventi

In generale si può affermare che le cause di degrado estrinseche si manifestano prima esternamente per poi insinuarsi all’interno: a titolo esemplificativo partano con la comparsa di colature sui frontalini, crepe sui frontalini e cielini, efflorescenze sulle superfici, macchie da infiltrazione, distacco dell’intonacocaduta di detriti, fino ad arrivare ai casi più gravi come la presenza di ferri scoperti nella soletta che privi del copriferro sono destinati ad arrugginirsi e quindi perdere la loro funzione strutturale; rigonfiamenti, avvallamenti, rottura della pavimentazione, caduta di calcinacci, fino agli irreversibili danni strutturali.

Accorgersi in tempo dei sintomi di usura dei materiali e provvedere ad una manutenzione ordinaria costante permette di posticipare nel tempo interventi più invasivi sotto l’aspetto delle opere ma anche dei costi. Manutenzione incentivata anche dallo stesso Bonus facciate.

Tra gli interventi di ristrutturazione più comuni che si eseguono su un balcone rientrano: la rasatura e la tinteggiatura dei frontalini e del sottobalcone con idonea pittura per esterni; il rifacimento dell’intonaco dei frontalini e del sottobalcone; il rifacimento della sola pavimentazione del balcone, oppure a motivo della formazione di ristagni d’acqua, la demolizione e ricostruzione del massetto delle pendenze; la sostituzione delle vecchie guaine che non svolgono più la loro funzione impermeabilizzante; l’inserimento o la sostituzione di accessori per l’impermeabilizzazione come le scossaline e le bande verticali comprimibili per compensare le dilatazioni termiche della pavimentazione; la messa in sicurezza per la caduta di calcinacci, il ripristino dei ferri ammalorati e visibili dei sottobalconi e dei frontalini con prodotti anticorrosione e del copriferro.

Balcone, gli accorgimenti in fase di cantiere

La maggior parte dei problemi evidenziati finora sono causati dall’azione “dell’acqua” che sotto varie forme e per varie vie intacca i materiali danneggiandoli.

Nella realizzazione di un balcone a regola d’arte devono essere seguiti tutti gli accorgimenti necessari affinché si ottenga un’impermeabilizzazione corretta. Ci sono anche accorgimenti costruttivi che possono essere presi per migliorare l’isolamento termico al fine di correggere i ponti termici che si creano tra innesto balcone e solaio ma ne parlemo in seguito. Per quanto riguarda l’impermeabilizzazione,  deve essere fatta prima della posa delle soglie. La membrana impermeabilizzante deve risvoltare sottosoglia ed essere incollata su una vaschetta di contenimento metallico, chiamata per l’appunto vaschetta sottosoglia. L’esecuzione di questo particolare costruttivo cambia a seconda del materiale impermeabilizzante scelto ma il fine è quello di realizzare la cosiddetta tenuta idraulica dell’impermeabilizzazione.

Anche la guida di frontalino, cioè l’elemento in pietra o piastrelle, che delimita la pavimentazione verso il perimetro esterno del balcone, deve essere posata dopo lo strato di tenuta all’acqua (l’impermeabilizzante). Un errore che spesso si fa durante le ristrutturazioni dei balconi è quello di far risvoltare la stato impermeabilizzante in prossimità della guida di frontalino, per non togliere quest’ultima, ma in questo modo si va a creare una “naturale vasca di raccolta d’acqua”.

Sotto la guida di frontalino ci deve essere una scossalina in lamiera metallica sagomata a “L” con piega staccagoccia. Purtroppo, molti balconi, soprattutto quelli di edifici costruiti nel passato, sono privi di questo dettaglio costruttivo ma molto importante perché impedisce il contatto diretto dell’acqua sulle superfici esposte agli agenti atmosferici. Anche la scossalina deve essere posata prima dello strato impermeabilizzante, avendo cura di trattarla con un promotore di aderenza qualora la membrana venga posata a fiamma.

La scelta dell’impermeabilizzante può essere fatta tra una vasta gamma di prodotti presenti sul mercato, ma sarebbe sempre meglio affidarsi ad un tecnico per questa scelta. Una volta posato lo stato di tenuta all’acqua e prima di procedere alla realizzazione del massetto delle pendenze è buona pratica interporre tra di essi uno strato separatore che ha proprio la funzione di separare materiali completamente differenti tra loro sotto l’aspetto chimico, fisico e meccanico, al fine di preservare la membrana impermeabilizzate per lungo tempo.

Lungo il perimetro delle pareti verticali e nello spessore del massetto dovrà essere creato un risvolto verticale attraverso una banda di materiale comprimibile, questo accorgimento costruttivo servirà ad assorbire le dilatazioni lineari della pavimentazione.

Per il massetto delle pendenze, si devono seguire le indicazioni della UNI 8627 che prevede una pendenzinferiore o uguale al 5%, in modo da garantire il deflusso delle acque meteoriche attraverso gli scarichi. Le raccomandazioni della stessa UNI prevedono comunque di non scendere mai sotto a valori di pendenza compresi tra l’1 e l’1,5%, allo scopo di evitare il pericolo di ristagni d’acqua.

Prima dell’incollaggio del pavimento si potrebbe prendere un ulteriore accorgimento ovvero quello di trattare la superficie del massetto con materiali impermeabili, in modo da non incollarlo direttamente sul massetto. Le piastrelle della pavimentazione vanno sigillate nei giunti tra fine pavimento e guida di frontalino e anche le fughe della pavimentazione devono essere realizzate con opportuno stucco adatto per l’esterno. Per balconi molto ampi devono essere previsti giunti di dilatazione ogni 4 mt di lunghezza.

Finora non si è parlato del parapetto, verrà riservato a questo elemento architettonico un apposito focus casa. Schematizzando il parapetto può essere “realizzato in muratura, in metallo o nella versione ultramoderna in vetro, con struttura portante legata totalmente o parzialmente agli angoli di facciata o pilastrini strutturali o fissati alla struttura stessa del solaio, sul frontalino esterno o sul piano orizzontale”.

fonte articolo edilportale.com